Cibi surgelati, tra fake news e falsi miti le cose da sapere
Indagine Doxa: li consuma un italiano su due ma molti i dubbi
Minestroni, patatine fritte, bastoncini di pesce; pizze, crocchette e fritture; pronte per passare dal congelatore ai fornelli. Li consumano con regolarità, almeno una volta a settimana, il 44 per cento degli italiani. Sono gli alimenti surgelati: ne mangiamo in media quasi 14 chilogrammi all’anno. Ma che differenza c’è tra cibo surgelato e cibo congelato? È corretto scongelare un alimento sotto l’acqua corrente? Ed è vero che non si può ricongelare mai un alimento scongelato?
Sono ancora molte le convinzioni errate sul tema. Lo rileva un’indagine Doxa presentata a Milano il 20 novembre 2018 e commissionata dall’Istituto italiano alimenti surgelati, che ha stilato un decalogo per chiarire i dubbi e sfatare i falsi miti su questa categoria di prodotti.
Innanzitutto, che cosa si perde rispetto al prodotto fresco? “Questa è la domanda che ci rivolgono più spesso i consumatori – ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale dei consumatori – La scienza ci dice che non c’è una differenza sostanziale dal punto di vista nutritivo, né che si acquisti un pesce, ad esempio, né se si acquista una verdura”.
Ma molti temono che la catena del freddo non venga rispettata e che questo provochi problemi di qualità. Che cosa deve sapere il consumatore? “Intanto deve imparare a difendersi – prosegue Dona – scegliendo i prodotti surgelati e il punto vendita con attenzione. Scegliere la confezione integra, senza brina, non schiacciata e scegliere il punto vendita dove c’è più ricambio di questi prodotti dà assolute garanzie”.
Spesso nei menu dei ristoranti appaiono accanto al piatto asterischi che indicano l’uso di prodotti surgelati. “Va bene se l’asterisco spiega qualcosa. Troppo spesso nei menu troviamo degli asterischi del tutto generici che consentono di fatto al ristoratore ogni libertà. Ad esempio si trova scritto: ‘In certi periodi dell’anno alcuni prodotti potrebbero essere surgelati’. E’ chiaro che ciò non dice nulla. L’asterisco invece deve ‘etichettare’ il prodotto e chiarire se è surgelato o no. In questo caso il consumatore può essere contento di trovare l’asterisco perché sa che il ristoratore è trasparente e gli sta dicendo il vero”.
Oltre un italiano su quattro è convinto, secondo l’indagine, che i surgelati contengano conservanti. Non è così. Aggiungerli è vietato dalla legge. Invece nove persone su dieci sanno, correttamente, che un prodotto scongelato non può essere ricongelato: “Il prodotto scongelato non va mai ricongelato – ha spiegato Vittorio Gagliardi, presidente dell’Istituto italiano alimenti surgelati – A meno che non venga cotto. A quel punto si può raffreddare rapidamente e si può ricongelare con la massima tranquillità”.