Canzoni sul cibo per bambini: 5 brani da conoscere

La fame viene ascoltando… con le canzoni sul cibo per bambini. I genitori lo sanno molto bene: far mangiare i propri figli è un’impresa complicata. Bisogna armarsi di pazienza e usare tutti gli escamotage utili a far masticare l’agognato boccone. Tra questi ultimi un insospettabile posto di riguardo lo occupa la musica. Nel senso di canzoncine per i più piccoli che parlano di cibo.

L’utilità delle canzoni sul cibo per bambini
I bambini spesso vivono il pasto con poco piacere, specie quando si tratta di mangiare verdure e pesce anziché patatine. Con la musica, però, il discorso può cambiare. Canzoni composte ad hoc possono innanzitutto trasformare pranzo e cena in un gioco. E quindi, cantando cantando, sdrammatizzare (e velocizzare) un momento altrimenti vissuto come un obbligo. Non solo, i testi possono stimolare la curiosità dei bambini e, di conseguenza, avvicinarli agli alimenti che amano di meno. Senza considerare, poi, la valenza educativa che le parole possono avere. Si pensi, per esempio, ad un testo che invita a non sprecare e a rispettare l’ambiente. Quando, poi, una canzoncina è accompagnata da un video, il gioco è pressoché fatto. Ecco, allora, 5 brani tutti i genitori dovrebbero conoscere.

Tanta verdura salute sicura
La prima canzone da prendere in considerazione è “Tanta verdura salute sicura”. Il brano è estratto dall’album “Canta e impara la frutta e la verdura” del gruppo del gruppo Le Mele Canterine. Utilizzando un’indovinata chiave giocosa, il testo racconta ai bambini le tante proprietà benefiche delle verdure. In pratica, torna comoda per fargliele mangiare con più piacere o, almeno, con meno ostracismo. Una volta trovata la verdura che piace di più, tipo i bastoncini di spinaci, l’operazione potrà essere poi ripetuta periodicamente. Basterà usare prodotti surgelati per ovviare al problema della reperibilità stagionale. https://youtu.be/jwzZJKaoRec

Tutti a tavola
Ecco un classico delle canzoni sul cibo per bambini firmato Zecchino d’Oro. Brano e video descrivono un simpatico balletto di pietanze, posate e stoviglie. Con questa canzone i più piccoli potranno essere protagonisti di azioni a cui non si penserebbe. Apparecchiare e sparecchiare la tavola, ma anche dare una mano a cucinare. È una canzone che unisce! Perché il cibo, in fondo, è prima di tutto convivialità. https://youtu.be/IQIWZtqlLwg

Cavoli a merenda
Altro brano dello Zecchino d’Oro che merita attenzione è “Cavoli a merenda”. Geniale l’idea di ricavare una canzone mettendo in fila modi di dire legati al cibo. Altrettanto geniale la soluzione grafica adottata per realizzare il video. Non c’è dubbio: gli autori sono tornati bambini quando l’hanno composta. E il gioco gli è riuscito decisamente bene. https://youtu.be/YfJH395xH44

I colori della salute
Ancora un brano realizzato da Le Mele Canterine. Questa canzone che ha avuto un certo successo ed è spesso eseguita nelle manifestazioni dedicate al tema della salute. Attraverso le gesta di un cuoco pasticcione, vengono raccontate le differenze tra gli alimenti. Il punto di partenza è il loro colore, un aspetto che fa divertire molto i bambini. E allora spazio alla fantasia. Dall’arancione dei mandarini al rosso delle angurie, fino ad arrivare al viola tra melanzane, è tutto un tripudio cromatico. https://youtu.be/9tSht0zX6vg

Le vitamine
Le vitamine ovvero come trattare un tema complesso in maniera semplice. Proprio così. Questa canzone ha il merito di avvicinare i bambini al mondo delle vitamine senza evocare la figura del medico. Parole e musica si rivelano un fidato alleato nel facilitarne sia la conoscenza e che l’assunzione. Detto in altri termini, è uno strumento educativo più che una canzone. Consigliato agli insegnanti oltre che alle mamme e ai papà! https://youtu.be/N8thzJlUFtQ

La musica può migliorare il rapporto dei bambini con il cibo? La musica può a migliorare il rapporto dei più piccoli con l’alimentazione? Beh, la verifica è semplice: basta fare una prova con questi 5 brani. Il risultato positivo è altamente probabile. Perché, se ben fatte, le canzoni sul cibo per bambini non sono canzonette.

Cibi etnici in Italia: la curcuma è superstar.

È sempre lunga l’onda dei cibi etnici in Italia e quella della curcuma lo è ancora di più. Lo conferma la quarta edizione dell’Osservatorio Immagino, una ricerca che ha analizzato oltre 60.000 prodotti di largo consumo. Statistiche alla mano, si può dire che il carrello della spesa degli italiani sta diventando sempre più esotico. Si tratta di un vero e proprio “ciclone tropicale”, ricco di sfaccettature e curiosità che meritano di essere conosciute.

CIBI ETNICI IN ITALIA, L’HIT PARADE DI OSSERVATORIO IMMAGINO
L’indagine Osservatorio Immagino è stata elaborata su dati di consumi reali aggiornati al 30 giugno. I ricercatori hanno preso in considerazione prodotti che segnalano in etichetta la presenza di ingredienti “benefici”. Di questi prodotti ne hanno misurato i risultati in termini di vendite. Ciò che ne è venuta fuori è la classifica dei 24 alimenti esotici più acquistati. Si tratta di una hit parade che, in senso lato, delinea anche quella dei cibi etnici in Italia.

LA CURCUMA SUPERSTAR
L’elenco dei magnifici 24 vede la presenza di ingredienti che hanno conquistato il palato degli italiani ormai da tempo. Accanto a loro, però, ci sono delle new entry, che fanno registrare i tassi di crescita maggiori. Il caso della curcuma è emblematico: il numero di prodotti in cui è presente è aumentato del 76,1%.
Un autentico boom considerando che lo zenzero, altro ingrediente top, è sempre più presente, ma cresce “solo” del 73,3%. Il successo della curcuma è senz’altro legato ai suoi benefici salutistici. Da non trascurare, però, anche l’aspetto esteriore, il suo giallo è molto “Instagram friendly”.
Continuando a scorrere la classifica di Osservatorio Immagino, si notano anche le ottime performance dei frutti esotici. Il mango fa registrare un aumento delle vendite pari al 43,5%, il cocco del 8,9%. Scema, invece, l’interesse per la papaya, che cala dell’1,7%.
Decisamente interessante anche l’andamento di un altro segmento, quello dei semi. La facilità con cui possono essere aggiunti ai prodotti e le loro proprietà salutari iniziano a fare la differenza. Ciò spiega i dati relativi ai semi di zucca (+25,7%), di lino (+24,4%), di chia (+22,7%) e di sesamo (14,6%).

LA CURCUMA E LE RICETTE FROSTA
Come reagirà l’industria alimentare di fronte a questi trend? Difficile fare previsioni, di sicuro c’è chi è già molto avanti nella interpretazione di questo scenario. Frosta, ad esempio, ha già portato queste novità nel mondo dei surgelati. Basta scorrere il suo sito per scoprire che la curcuma viene abbinata con merluzzo e salmone in differenti ricette.
Senza contare, poi, la sezione speciale intitolata Cibi etnici. Insomma, il futuro esotico dei prodotti alimentari è prossimo a venire, ma a casa Frosta è già arrivato.

Cibi del buonumore contro la malinconia dell’inverno

I cibi del buonumore è bene consumarli tutto l’anno, ma nel periodo invernale di più.
Capita, infatti, di essere più malinconici dopo il 21 dicembre: non c’è da preoccuparsi, è naturale. La colpa è della riduzione delle di ore luce solare, tipica della stagione più fredda.
Giornate più corte significano minore produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore. La sua secrezione è garantita da una piccola ghiandola che si attiva quando la luce colpisce la retina. Morale della favola: più buio, più tristezza. A meno che non si ricorra, appunto, ai cosiddetti cibi del buonumore.

I CIBI DEL BUONUMORE DA METTERE A TAVOLA
Come si esce dall’impasse della malinconia? Introducendo nella propria dieta una serie di alimenti capaci di stimolare, in maniera naturale, la secrezione di serotonina. Gli alimenti in questione sono quelli che contengono acidi grassi Omega 3 e/o vitamine B1, B6, E e C.

IL SALMONE ALLONTANA LA MALINCONIA
Tra i cibi del buonumore, il salmone occupa un posto d’eccellenza. Il motivo sta nella sua capacità di fornire un’elevata quantità di acidi grassi Omega 3 e vitamina B12. Gli esperti ne consigliano il consumo soprattutto di sera e accompagnato da verdure non cotte.
Il punto, semmai, è di ordine pratico. Quando si parla di salmone, e più generalmente di pesce, si pone il problema della spesa. Nel senso di facile reperibilità, comodità di preparazione, altrettanto comoda conservazione e via dicendo. La soluzione che garantisce buonumore è rappresentata dai surgelati. A portata di freezer tutti i giorni, a qualsiasi ora e, nel caso di Frosta, con tanta naturalità.

L’ALLEGRIA STA IN UNA PAUSA CON SEMI E CIOCCOLATO
L’elenco di semi che possono considerarsi cibi del buonumore è abbastanza corposo. La lista comprende i semi di lino, canapa, chia e quelli di zucca tostati. Sono tutti ok per il sostanzioso apporto di grassi Omega 3.
Discorso analogo per il cioccolato amaro, la cui dote di vitamine B stimola la produzione di serotonina e endorfine. Se ne consiglia l’abbinamento con il succo di mirtilli, ricco di vitamine C, per contrastare la formazione di sostanze ossidate. Da provare, poi, anche la sua combinazione con i semi elencati sopra: per una pausa di lavoro è un’accoppiata perfetta.

CEREALI E LEGUMI ANTI TRISTEZZA
Il variegato fronte dei portatori di allegria non si esaurisce con gli alimenti indicati in quest’articolo. È molto più vasto e include anche i cereali e alcuni legumi. Per dire, i fiocchi di avena sono da inserire a colazione, discorso analogo per i cereali integrali. Sono ricchi di vitamina B1, acido folico e zinco, dunque migliorano l’umore e danno pure una bella botta di energia. Lenticchie, piselli e soia hanno un effetto analogo sul nostro organismo.
Certo, non possono far parte della colazione, ma di pranzi e cene sì.

Infine, una menzione speciale per l’acqua. Sì, proprio l’acqua. Una riduzione cronica del suo consumo può intaccare l’integrità e la funzione dei neuroni cerebrali. Con gravi ricadute anche sul buonumore. Ecco perché conviene sempre avere una bottiglietta a portata di mano.

Catena del Freddo: cos’è e come funziona

Freschi di freezer e buoni di natura ma solo se funziona la cosiddetta Catena del Freddo. Che si tratti di verdure, carne o pesce il discorso non cambia. I prodotti surgelati sono un prezioso alleato in cucina a patto che vengano rispettate procedure precise. È una filiera che inizia nei campi o sui pescherecci e finisce tra le mura domestiche. Conoscerla significa mangiare in sicurezza.

LA COMPLESSITÀ DELLA CATENA DEL FREDDO
A proposito della Catena del Freddo, va fatta una premessa fondamentale.
Temperature inferiori ai -10 °C impediscono l’azione e la riproduzione dei microorganismi che provocano il deterioramento degli alimenti. I prodotti surgelati subiscono un processo che raggiunge almeno i -18 °C. Ergo, il cibo conservato nel rispetto di questi valori termici è sano. Lo scopo della Catena del Freddo è proprio questo. Regolare e controllare le temperature che
garantiscono la salubrità del cibo congelato. Semplice ma non facile.
La massima qualità dei prodotti surgelati va preservata lungo un percorso distributivo complesso. Il primo passaggio avviene nella sede del produttore ed è il carico delle confezioni su mezzi con celle frigorifere. Il secondo passaggio è lo scarico nel luogo di distribuzione, cioè il supermercato di fiducia.
Qui si articola il terzo passaggio, che consiste di trasporti interni, stoccaggio in freezer ed esposizione nei banchi vendita. Un preciso sistema di regole e tecniche va rispettato in ognuno di questi passaggi.

COME SI GARANTISCE LA CONTINUITÀ DEI -18°C
Come detto, garantire la continuità dei -18° C è lo scopo della Catena del Freddo. Ma anche ciò che richiede la normativa vigente. Produttori, trasportatori e distributori devono rispettarla, con l’ausilio di tecnologie in
costante aggiornamento.
I produttori, ad esempio, devono usare celle di stoccaggio con sistemi di registrazione automatica della temperatura. Sono strumenti che misurano la temperatura dell’aria all’interno della cella ad intervalli regolari. I dati registrati devono essere datati e conservati per almeno un anno. Il loro controllo è affidato a specifici Enti.
Lo stesso discorso vale per i mezzi che trasferiscono i surgelati nei punti vendita. In questo caso, va tenuta sotto controllo la temperatura dell’aria presente nel vano di trasporto. Questa temperatura deve essere registrata automaticamente ogni 5 minuti, se il viaggio dura meno di 24 ore. Ogni 20 minuti, se il viaggio ha una durata superiore.
Se la distribuzione avviene a livello locale, i mezzi devono avere un termometro ben visibile. Serve a capire subito qual è la temperatura all’interno del vano di trasporto.
La gestione della temperatura ottimale nei punti vendita passa attraverso banchi frigoriferi, armadi e banchi chiusi. Tutti devono avere un termometro di facile consultazione e devono essere dotati di coperchi ad hoc. Questi coperchi devono garantire una chiusura ermetica anche nelle ore notturne e in caso di blackout momentanei.

LA CATENA DEL FREDDO DEL CONSUMATORE
La catena del freddo non termina al momento dell’acquisto di un prodotto surgelato. Al contrario, anche il consumatore deve fare la sua parte.
Innanzitutto, controllando la confezione che sta per mettere nel carrello. Ad essere schematici deve verificare che:

  • Il prodotto non sia completamente ammassato.
  • La confezione sia integra.
  • La confezione non sia parzialmente o totalmente ricoperta di brina.
  • Dopo aver aperto la confezione, il prodotto sia integro e non abbia segni di scongelamento.

Inoltre, deve preoccuparsi di ridurre al minimo il tempo di esposizione dei surgelati alla temperatura ambiente. In pratica, deve preservare quanto più è possibile quella che hanno nel banco. Si consiglia, quindi, di:

  • acquistare i surgelati alla fine della spesa.
  • utilizzare le borse termiche per il trasporto. Il tragitto verso casa potrebbe essere lungo, magari per traffico o imprevisti.
  • depositare il prodotto nel freezer domestico entro 30 minuti dall’acquisto.
  • in più, si consiglia anche di leggere con attenzione le informazioni riportate sulle confezioni. Ci sono indicazioni utili per la corretta conservazione del prodotto, scritte da professionisti del settore.
  • Evitare l’acquisto di prodotti visibilmente danneggiati o con superficie umida.

Insomma, quella del Freddo è una Catena da tutelare dall’inizio alla fine: dal produttore al consumatore.

Scongelare il pesce e gli altri surgelati correttamente

Scongelare il pesce e gli altri surgelati è meno complicato di quanto si possa pensare.
Diciamo, però, che è facile se lo si fa correttamente. Le procedure sono diverse: velocemente in pentola o più lentamente in frigo, ma anche usando con abilità il microonde. Insomma, i metodi non mancano e solo una questione di regole da rispettare.
Ecco 5 consigli che garantiscono sapore, sicurezza e risparmio di tempo. Che, si sa, è sempre poco.

SCONGELARE IL PESCE E GLI ALTRI SURGELATI CORRETTAMENTE: UNA PREMESSA
A proposito di metodi, va fatta una premessa fondamentale: lo scongelamento perfetto deve essere completo e sicuro. Il che significa che è meglio evitare il decongelamento sotto l’acqua corrente e quello a temperatura ambiente. Sono troppo rischiosi in termini di salubrità.

METODI DI SCONGELAMENTO E SISTEMI DI COTTURA
Scongelare il pesce e gli altri surgelati vuol dire fare una scelta tra diverse opzioni. Per orientarsi al meglio può essere d’aiuto valutare la grandezza dei prodotti. Con alimenti non molto grandi, tipo verdure o tranci di pesce, è preferibile passare direttamente alla fase di cottura. Naturalmente, seguendo le indicazioni presenti sulle confezioni. Non sono richieste attenzioni particolari se non quella di valutare il sistema di preparazione. È preferibile, ingenerale, attendere qualche minuto nel caso si scelgano preparazioni in forno o al vapore. Con la padella si va più veloci.

IL MICROONDE, UN AMICO CHE RICHIEDE ATTENZIONE
L’uso del microonde è sempre più diffuso, ma richiede attenzione: a partire dall’uso della funzione defrost. Il consiglio è di utilizzarla con un riscaldamento poco potente e graduale.
Importante, poi, è seguire con cura le diverse fasi di scongelamento. Bisogna assolutamente evitare che il prodotto si secchi o, peggio ancora, che inizi il processo di cottura.

I TEMPI DI CONSUMO DEI PRODOTTI SCONGELATI
Quando si decide di scongelare il pesce e gli altri surgelati, bisogna dare un occhio al calendario. Anzi, è consigliabile segnare la data. Quale che sia la tecnica scelta, il prodotto va consumato in tempi rapidi. E soprattutto non va rimesso in freezer. Il motivo? Semplice.
La ricongelazione domestica produce cristalli di ghiaccio di grandi dimensioni che distruggono proteine e elementi nutritivi. Detto in altri termini, il gusto, che la surgelazione a -40°C aveva preservato, scompare completamente.